Carte telefoniche

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Mi è sempre piaciuto collezionare. Il fatto che ciò che si colleziona abbia un valore non è per me una mera fonte di guadagno, ma una maggior soddisfazione personale derivante dal fatto che il valore dato agli oggetti viene dato perchè molte persone condividono il mio interesse.

Poi ovvio... se possiamo anche trarre un guadagno mettendo a frutto il proprio ingegno per gli affari, la passione sull'argomento trattato e le conoscenze ottenute sul campo tanto di meglio, no?

non ricordo esattamente quando, ma dev'essere stata l'estate del 1994 e in vacanza con i genitori in un paesello montano non troppo distante dall'Austria mi venne questa passione per questi pezzi di plastica magnetizzati e cominciai li la mia collezione. All'epoca il boom vero e proprio del collezionismo non esisteva ancora, ma i collezionisti di carte telefoniche erano già molto numerosi e da qualche anno c'erano già cataloghi specializzati con tutte le carte prodotte ed il loro valore di mercato; nei mercatini locali già si vedevano i primi banchetti che esponevano e vendevano tale mercanzia, così come alle fiere dedicate al collezionismo. Si trovavano ancora quindi vicino alle cabine telefoniche le carte esaurite, cosa impensabile qualche tempo dopo visto che chi usava le carte se le teneva per poi darle al nipote/figlio/amico e quelle poche schede lasciate da chi le abbandonava sull'apparecchio telefonico e che ignorava il dilagante collezionismo venivano prese pochi minuti dopo dalla moltitudine di ragazzini che scrutava ogni cabina che vedeva. Racimolai così una certa quantità di carte "bilingue" (avevano le scritte in italiano e tedesco ed erano vendute nelle zone bilingui o di confine) che divenivano tanto più rare quanto ci si allontava dal confine austriaco/tedesco. Quella fu la mia prima merce di scambio con la quale cominciai la mia collezione. Conobbi Antonio, un ragazzo più grande di me appassionato anche lui di carte telefoniche, con il quale mi trovavo per i primi scambi e con il quale ho potuto avere qualche bel pezzo in collezione approfittando della notevole disponibilità mia di schede bilingue e sua di carte di un certo pregio. Tale persona aveva una bella collezione e mi sarebbe piaciuto molto averne una così completa come la sua... ma io ero all'inizio, così come era il boom del collezionismo e i prezzi che a me parevano già alti all'epoca avrebbero subito nel giro di pochissimo tempo una grossa impennata. Il ritrovo principale degli "accaniti&perditempo" di tale collezionismo era alla stazione ferroviaria, dove tra una chiacchera, uno scambio e qualche vendita si riusciva ancora a recuperare ciò che la gente ignaramente abbandonava. Conobbi proprio li una persona appassionata di carte telefoniche, Emmanuele, con la quale ebbi poi modo di condividere appieno questo collezionismo, gli affari ad esso legato e una profonda amicizia.

Con il passare del tempo (e siamo ai primi freddi dell'anno dopo) la grande passione mi ha portato ad avere una collezione che comincia ad avere un certo prestigio e valore, ho raccolto molto materiale, il boom non conosce limiti e la voglia di cominciare a fare sul serio si fa forte... il problema è da dove si comincia e che capitale serve? Il primo sabato del mese di Dicembre del 1995 dopo 1000 perpezie io ed Emmanuele siamo sotto i portici di corso del Popolo a Mestre con le nostre schede a vendere in occasione del consueto mercatino che si tiene in quel luogo mensilmente. Siamo all'inizio e siamo "ospiti" di altre persone che ci han subaffittato una porzione del loro tavolo. Da li ad avere (finalmente) i permessi per un tavolo nostro il passo è breve...! Si vende bene, ma serve la merce e così passiamo ad investire il poco capitale accumulato nell'acquisto di stock di schede, nell'acquisto di materiale direttamente da telecom, di collezioni, girovagando per fiere e soprattutto indebitandomi per acquistare la gran collezione di Antonio che aveva deciso di vendere per paura di un drastico ed improvviso crollo del collezionismo.

Dal mercatino di Corso del Popolo a quello di via San Girolamo, anche grazie alla patente presa da Emmanuele, passammo anche a Vittorio Veneto, Treviso, di qua, di la... fino ad avere praticamente tutti i week-end impegnati in mercatini sempre a bordo della panda 750 fire...!

Ecco una delle poche foto....

qui siamo in corso del popolo, 1998

qui siamo a San Girolamo, 1999.. era cominciato anche il collezionismo delle sorpresine kinder, potevamo non approfittarne?

Passa il tempo, le cose vanno a gonfie vele, il mercato "tira" sempre più... però... c'è un però... l'interesse crescente porta ad un inevitabile aumento dei prezzi... prezzi che aumentano tranquillamente del 20/30/40% l'anno...  Una discreta fetta della torta del mercato era movimentata da ragazzini che chiedevano di tanto in tanto ai genitori/nonni e parentardo vario di comperare questa o quella carta...e finchè si trattava di 1000/2000 lire andava bene, ma quando si cominciava a parlare di 5000/8000lire a pezzo i "finanziatori" avrebbero continuato a "elargire"? Telecom dal canto suo insisteva a emettere un sacco di carte diverse e con pezzature da 10.000, quindi anche volendo comperare da loro al prezzo facciale, la spesa si faceva consistente... anche perchè poi a chi si telefonava per spendere tutti quei soldi di telefono(era uso comune tra chi trafficava in quel mercato comperare da telecom schede nuove al valore della carta e poi recuperare tale costo dando ad amici e conoscenti la carta telefonica da consumare e recuperare così a costo 0 o quasi un pezzo)????? Inoltre la telefonia mobile si stava diffondendo sempre più e non era certo impensabile ed impossibile credere che avesse potuto prendere il sopravvento sulla telefonia fissa e quindi anche sulla telefonia pubblica intesa come cabine telefoniche ed il derivante consumo di carte telefoniche. Insomma... c'era il sentore che il mercato avrebbe ceduto da un momento all'altro... decidemmo quindi di ridurre gli acquisti e di vedere ciò che avevamo, Emmanuale decise addirittura di capitalizzare la sua collezione vendendola.

Le nostre supposizioni trovarono purtroppo riscontro nella realtà, grazie anche all'impetuoso imporsi della telefonia mobile che diede una grossa mazzata a ciò che restava nel mercato delle carte telefoniche.

Riuscimmo a non restare con un pugno di mosche vendendo gli ultimi pezzi di rilevante interesse rimasti a prezzo di costo o quasi e restando con solo con pezzi di scarso o nullo valore.

Personalmente non ho venduto la mia collezione, avrei potuto racimolare pochi milioni dell'epoca vendendo al dettaglio pezzo per pezzo, ma siccome non mi costò nulla essendo solo frutto di scambi e non di acquisti.... va bene così! Adesso a casa ho un ricordo di quel periodo della mia vita fatto appunto dalla collezione e da qualche migliaio di schede invendute che comunque ribadisco, ebbero all'epoca un costo d'acquisto MOLTO esiguo :)